Roma, 04/04/2014
Carlo B. un ragazzo di 29 anni dell’Università di Roma la Sapienza (Sc. della Com.) ha scritto quest’oggi una “provocante” ed “insolente” lettera aperta a tutti gli anziani di Roma che prendono i mezzi pubblici, ma non finisce qui… Se la prende anche con gli extracomunitari. Leggete:
LETTERA APERTA AI VECCHIDEMMERDA* SUI MEZZI PUBBLICI
Cara Vecchia, Caro vecchio,
“lasciar scendere prima di salire” è una regola semplice, che ha anche una logica che permette a te in primis di salire comodamente sul mezzo pubblico.
Cara Vecchia, Caro Vecchio, ma in questo caso anche Caro Bangla,
tenere la destra sulle scale mobili, soprattutto quando non ci sono le scale normali, è una cosa ormai assodata in tutti i paesi civili. Questo permette a te di risparmiarti insulti di ogni tipo (che meriti) e permette a me di fare quello che devo fare in orario.
E no, cara vecchia,
e no, caro vecchio,
non siamo noi giuovani a far tutto di fretta.
Siamo noi giuovani che dobbiamo campare ad un certo ritmo perché questa è la società che tu, coi tuoi 70 anni di voti alle spalle, ci hai lasciato.
Converrai con me se non ti levi dalle palle sulle scale di termini mentre cambio di metro, e per sbaglio ne perdo uno, la mia giornata “produttiva” può iniziare con 20 minuti di ritardo vista la frequenza della metro B.
E no, non mi piace andare di fretta. Ma sono costretto. Ti da fastidio?
Mi dispiace, ma tu la società in cui vivo l’hai costruita, io devo muovere il culo per cambiarla.
Perché così fa schifo al cazzo.
Ringrazio cortesemente per l’attenzione.
E sconsiglio l’utilizzo dei mezzi nelle ore di punta, che a 80 anni non c’è nessun bisogno di fare orari d’ufficio. Prendi la metro alle 11 la mattina e alle 16 il pomeriggio e vedi come viaggi comodo.
*VECCHIODEMMERDA ci aiuta a differenziare i pesi della società dagli anziani buoni e pacifici che ci rallegrano le giornate.